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mercoledì 8 giugno 2011

Genkaku Picasso



Ciao a tutti,
oggi vi parlo di un manga di cui ero fortemente pessimista, soprattutto per i disegni che non mi convincevano; leggendolo invece mi sono dovuto ricredere, come raramente è successo.
Genkaku Picasso (幻覚=Genkaku=allucinazione), di Usamaru Furuya (autore di 51 modi per salvarla edito da Ronin Manga), è una miniserie di tre volumi, edita in Giappone dalla casa editrice Shueisha a partire da aprile 2008 sulla rivista Jump Square (la stessa che pubblica D.Gray-man ed Embalming per citare due opere presenti anche in Italia).
Star Comics ce lo propone al prezzo di 5,90 €, bimestrarlmente, formato 13x18 e 256 pp con sovracoperta; il primo volume era privo di pagine a colori, ma presentava un piccolo poster all'interno, mentre il volume 2 dovrebbe contenere sia un poster che pagine a colori e b/n.
La carta utilizzata sinceramente non la amo, essendo molto ruvida a mio parere assorbe poco il colore e sfogliando le pagine hai la sensazione di avere l'inchiostro sulle dita o di lasciare dei segni segni sul bordo delle pagine.



Veniamo alla trama: il protagonista è Hikari Hamura, un liceale molto bravo nel disegno e anche per questo un po' preso di mira dai suoi compagni, che probabilmente non riescono a comprendere appieno il suo straordinario talento e il suo singolare carattere. E' soprannominato Picasso,non solo per il fatto che sta sempre sul suo banco a disegnare, ma anche perché un giorno sbaglia a scrivere un carattere del suo nome che diventa così Hikaso, nome graficamente quasi identico a Pikaso ossia Picasso.
L'unica che apprezza davvero il talento e il carattere stravagante di Picasso è Chiaki, una sua compagna di classe; sono due ragazzi normali che passano il pomeriggio a disegnare, lui, e leggere libri di psicologia, lei, sulla riva del fiume sede dell'omonimo club privato fondato da Picasso.
Un giorno però i due sono vittime di un incidente (non svelo nulla, dico solo che io avrei fatto qualcosa di più semplice) e chiaki muore, mentre Picasso riesce a sopravvivere grazie all'intervento dell'amica, che pregando, riesce a far graziare il giovane atrista per potergli dare la possibilità di esprimere il suo straordinario talento nel disegno. 
Dopo essersi ripreso dal terribile avvenimento, torna alla vita di sempre finché in un giorno di scuola, dal taschino della sua giacca spunta l'amica Chiaki, grande quanto una matita e persino dotata di ali, una specie di combo tra folletto/fata/angelo.



La cosa sconvolge Picasso che pensa di essere impazzito (e lo pensano anche i suoi compagni viste le sue reazioni sconvolte), ma presto l'amica gli spiega che in cambio dell'opportunità di essere tornato in vita deve compiere delle buone azioni, altrimenti il suo corpo si putrefarrebbe e morirebbe per davvero.
Picasso acquisisce dunque il dono di poter riconoscere quando una persona ha un problema o soffre, anche incosciamente, per qualcosa rappresentando con un disegno l'animo delle persone, la loro coscienza, che sembra quasi un sogno fatto da tanti elementi diversi uniti insieme.
I due amici per poter aiutare le persone entreranno nel disegno o per meglio dire si insinueranno nell'animo delle persone e come una coscienza esterna, una guida, cercheranno di capire come poterli aiutare; non sempre sarà facile non conoscendo tutte le esperienze e i sentimenti di ognuno di noi; infatti spesso celano altri risvolti a prima vista nascosti. Picasso e Chiaki si troveranno in seri problemi, ma anche grazie all'aiuto dei loro incosapevoli amici, riusciranno ad aiutare tante persone.

La storia è episodica, pur mantenendo un certo filo logico con i personaggi aiutati nell'episodio precedente che rimango legati ai protagonisti come comprimari, quindi in soli 3 volumi non penso che la ripetitività sarà eccessiva.
Il disegno di Furuya come detto non mi piace, o per meglio dire ho notato che in 51 modi per salvarla, che è antecedente a Genkaku Picasso,  mantiene lo stile molto dettagliato e ricco di sfumature nere, ma in quest'ultimo rende i personaggi molto uguali tra di loro graficamente, molto femminili. Quando i due amici sono nel disegno il tratto cambia, come se fossimo proprio all'interno di un ritratto: queste scene sono invece molto belle a mio parere, rendono la differenza con le tavole pulite della realtà e il disegno di Picasso fatto con la sua matita 2B, quindi con lo stile classico dei ritrattisti, quasi fosse uno schizzo di base.




Il manga mi ha quindi lasciato davvero sorpreso, anche perché non è facile cercare di esprimere dei concetti così profondi, come l'animo umano, in poche pagine di un fumetto, ma Furuya ci riesce immettendo elementi noti in Psicologia e Filosofia, come fa notare la bellissima postfazione dello psichiatra Yasumi Nakoshi.
Picasso non cambia l'animo delle persone, ma le aiuta in un solo momento della loro vita, che poi potrà quindi modificarsi nel tempo in qualunque modo e questo quello che capita a noi stessi.
Dietro alle stravaganze e alle scene tipicamente "da manga" si cela un'opera davvero ben curata e innovativa con un ritmo incalzante malgrado gli espisodi si somiglino per struttura narrativa. Mi ha strappato qualche risata e qualche momento di commozione, dimostrando che nei manga, così come nelle persone, c'è molto di più di quello che si vede ad una prima occhiata. Spesso quel qualcosa in più ti può sorprendere: un pregiudizio, in fondo in fondo, non è una gran cosa.

a presto
  

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