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venerdì 29 luglio 2011

Buone Vacanze

Ciao a tutti,
oggi giornata di saluti, questa notte alle ore 4:30 partirò per il mare, sperando che il clima sia clemente e porti un po' di caldo.
Giornata di saluti, ma anche di bilanci: sono veramente soddisfatto del lavoro compiuto fino ad oggi e spero che tutto quello che cerco di mettere nelle mie recensioni, la passione, la qualità, giunga anche a voi.
Certamente un applauso ve lo meritate voi che mi seguite, sia qui sul blog, che su Facebook (39 iscritti, spero di arrivare a 50 entro fine anno) e su twitter.
Le vostre iscrizioni e commenti sono un toccasana per la mia passione.
Ho voluto coniare un piccolo slogan per il blog:

 Only Quality Reviews

perché è questo a cui punto ogni volta, perché se nel mondo fumettistico tutti possono fare una recensione, io voglio cercare di essere come quei piccoli quotidiani, che magari non puntano ad avere migliaia di lettori, però sono consci della qualità del loro lavoro e fieri del loro pubblico di intenditori: e voi lo siete.

Ci risentiamo verso metà mese.
Auguro a tutti voi buone vacanze.

a presto

lunedì 25 luglio 2011

La Figlia dell'Otaku

Ciao a tutti,
oggi andiamo a parlare del nuovo manga della casa editrice Magic Press, nella collana MX: La Figlia dell'Otaku.
In Giappone è edito da Kadokawa Shoten, sulla rivista Dragon Age; attualmente consta di 10 volumi, l'ultimo pubblicato a maggio 2011.
La Magic Press ci offre un volume 13X18, 160 pp in b/n, con sovracoperta.
Un'ottima edizione MX, tuttavia in questo volume ho trovato qualche trasparenza di troppo; nel complesso volume robusto e flessibile, un piacere da leggere.
Spero nei prossimi numeri di vedere qualche pagina a colori, così come nell'originale.


Veniamo alla trama: la figlia dell'otaku Kota Morisaki, ventisei anni, è una bambina di nove anni, di nome Kanau.
I due non si erano mai conosciuti e addirittura il padre non sapeva nemmeno dell'esistenza di sua figlia.
Un giorno, a causa di una serie di problemi, le loro vite si intrecceranno, passando da perfetti sconosciuti ad avere un rapporto padre/figlia alla pensione Higan-so, insieme ad altri coinquilini, tutti accomunati dall'essere degli otaku in piena regola, con le loro stravaganze e la loro vita sregolata.
L'unica in grado di comprendere lo stato d'animo di Kanau, indubbiamente scossa alla scoperta che il padre è un otaku, sarà l'amministratrice Taeko Morita.
La nuova vita di Kota e Kanau è appena iniziata e certamente ci regalerà molti momenti indimenticabili e grandi sorprese.


Ho letto in passato varie opere sul tema "Otaku" (tema sfruttato sino all'osso), ma un'opera che lo trattasse in maniera così diretta e reale non mi era mai capitata.
Tutti gli inquilini della pensione incarnano tutti i possibili aspetti degli Otaku, in tutte le più svariate età, dalla giovinezza, come un'amica di scuola di Kanau, all'adulto, con il simpaticissimo signor Morita.
Le classiche "manie da Otaku", che hanno caratterizzato un vero e proprio fenomeno sociale, non soltanto in Giappone, ci vengono mostrate nude e crude, così come sono nella realtà, non volendo estremizzarle per renderle comiche: la comicità di quest'opera non sta nel fatto che il protagonista sia un otaku, ma che lui quasi si vergogni a esserlo agli occhi della figlia, facendo di tutto per nascondere la sua vera natura, perché in fondo come padre vorrebbe apparire "normale".
Ovviamente questo incipit, porterà Kota a dover fare l'impossibile per apparire come vorrebbe, cioè non come un otaku e qui la comicità si scrive da sola. 
Proprio queste situazioni, tra materiale scottante e amici letteralmente folli, creeranno dei momenti di assoluto divertimento, oltra a mettere a durissima prova l'animo del protagnonista.
Ma questo è davvero solo un manga comico sugli otaku?


Io sinceramente non credo, anche perché tra le varie scene umoristiche, abbiamo Kota e Kanau che vicendevolmente si scopriranno: Kota conoscerà cosa vuol dire essere un padre, mentre Kanau capirà cosa vuol dire essere un otaku.
All'inizio non sarà così facile vedere i lati positivi di entrambi i loro nuovi ruoli, ma la loro maturazione sarà percepibile, già dal primo volume.
In questo senso, La Figlia dell'Otaku, non mira solo a mostrare crudamente tutti gli aspetti più assurdi e bizzarri degli Otaku, ma cerca di estrapolare il meglio da loro: proprio nel risvolto di copertina leggiamo "Gli otaku sono brave persone".
Inoltre, come accennato prima, il rapporto tra Kanau e Kota ci permetterà di apprezzare la bravura dell'autore, nel descrivere i possibili problemi tra un padre e la propria figlia; questi saranno messi ancora più a dura prova, visto l'animo otaku di Kota. 


Di certo nessuno acquisterà questo volume per i suoi disegni, tuttavia credo che quando si compra un albo come questo bisogna non tanto vedere alla qualità, quanto alla bravura dell'autore di disegnare coerentemente con lo stile del manga.
In questo senso Stahiro ci presenta personaggi tipicamente da manga, ma dotati di un'ottima espressività, soprattuto nei momenti più comici.
Alcuni degli inquilini diventeranno ben presto dei veri e propri "personaggi", alcuni non so se definirli umani, e in questo senso vedrete davvero succedere di tutto alla pensione Higan-so.

Un'opera unica nel suo genere, che ci regalerà tanti personaggi e tanti momenti indimenticabilmente comici e altri fortemente sentimentali, senza mai essere mai essere banale o noioso.
Fortemente consigliato, non solo agli otaku.


a presto

sabato 23 luglio 2011

Peace Maker


Ciao a tutti,
la Star Comics ci sta davvero viziando negli ultimi tempi, proponendo dei titoli di fortissimo impatto e di qualità straordinaria.
Oggi parliamo di Peace Maker, di Ryoji Minagawa (ARMS, Spriggan), edito in Giappone da Shueshia a partire dal 2007 sulla rivista Ultra Jump e attualmente consta di sette volumi, l'ultimo uscito il 17 giugno 2011.
Star Comics ci offre un'ottima edizione (identica a quella di Uchu Kyodai): volume 13X18, 224 pp a colori e b/n con sovracoperta (da una bellissima sensazione, sembra l'effetto al tatto delle tovaglie di tela).
Le pagine sono pochissimo trasparenti, mentre qualche difetto si può riscontrare in quelle a colori: le ho trovate molto scure, tendendo al marrone/viola; ho visionato le tavole originali e oltre a essere più chiare, tendono al blu, richiamando la notte.

Hope Emerson

Veniamo alla trama: in un un mondo immerso nell'epoca del Far West, l'abilità nel duellare è sicuramente la dote più importante che un uomo possa possedere. Hope Emerson, un solitario viaggiatore, è munito di questa dote, anche grazie a particolari tecniche di sparo imparate in passato, ma paradossalmente non ama duellare.
Un giorno, nella cittadina di Schwartz, sarà tuttavia costretto ad accettare la sfida del temibile Hans Giles, membro dei Crimson Executors, l'esercito personale del ricco Philip Crimson, noto per la sua pericolosità e crudeltà.
Da questo momento Hope si ritroverà immischiato in una faccenda tanto pericolosa quanto misteriosa e insieme a lui ci saranno Nicola, una bambina sopravvissuta a un massacro dell'esercito di Crimson, e Kyle, un giovane desideroso di sfruttare le grandi abilità di Hope nel duellare.
I tre si ritroveranno a viaggiare insieme, ognuno con uno scopo segreto, ma con il pericolo comune dei Crimson Executors, che senza un apparente motivo, sono alle loro calcagna: il duello è appena cominciato.


Partiamo col dire che il manga, pur essendo ambientato nel vecchio West, presenta solo luoghi di fantasia; questa scelta non l'ho apprezzata appieno, mi sarebbe piaciuto che fossero citati luoghi reali, ma probabilmente l'autore, così facendo, può gestire meglio la trama e ovviamente i personaggi.
Il tema apparentemente centrale, il duello, è trattato in maniera straordinaria: sino al momento dello sparo, l'autore riesce a trasmettere la tensione che provano i protagonisti, rendendo i duelli tutto tranne che scontati. Così come accadeva realmente, in un attimo tutto finisce, ma gli attimi prima di esplodere il colpo ci vengono presentati come uno slow motion, permettendoci di apprezzare il movimento del corpo dei pistoleri.
Una cosa che caratterizza questi scontri è l'uso da parte del protagonista, ma non solo, di tutta una serie di tecniche di sparo molto spettacolari e spiegate con precisione; queste tecniche ovviamente richiedono una straordinaria velocità.
Prima ho detto "apparentemente", perché in Peace Maker i duelli sono un contorno (non temete, ne vedrete tantissimi, oltre a molte sparatorie) mentre la trama centrale, che non vi voglio minimamente anticipare, è coperta dal mistero.
In questo primo volume ci viene svelato davvero poco, facendo crescere ancor di più la curiosità nel lettore, oltre a dare la sensazione che la trama possa evolvere in maniera molto interessante con i duelli e i misteri che si faranno sempre più pericolosi e fitti.


Peace Maker ha il medesimo numero di pagine di Uchu Kyodai e pur essendo entrambi due seinen straordinari, la principale differenza sta nella quantità dei dialoghi, ricchissimi nel manga di Minagawa.
Questo aiuta prima di tutto a cartterizzare i personaggi: Hope Emerson è straordinario, divertente, di buon cuore, scazzato e terribilmente pericoloso con la pistola in mano. Mi hanno inoltre ricordato i dialoghi di alcuni film Western, ricchi di botta e risposta.
Il protagonista utilizza una Colt S.A.A., di pregevole fattura e con una particolarissima storia alle spalle; il protagonista è vero che non ama duellare e tanto meno avere la compagnia di Kyle e Nicola, ma non si tirerà mai indietro per aiutare chiunque abbia bisogno di aiuto.
E' un protagonista tipicamente "seinen", ma la sua ecletticità, passando da situazioni quasi comiche a momenti in cui pare essere un altro, mentre duella, spietato ma mai crudele, lo rendono un personaggio a tutto tondo.

Sembra un'immagine fatta con il grandangolo.

Il disegno di Minagawa è straordinario e vanno sottolineati due aspetti: tavole disegnate con una grandissima ricchezza di particolari (davvero straordinari, dai vestiti agli edifici) , con sfondi dettagliatissimi, ma soprattutto vengono rappresentate come una foto fatta con il grandangolo, da prospettive assolutamente inusuali.
Il secondo aspetto che è doveroso citare è l'effetto, molto cinematografico, della sfumatura, tra il viso di un personaggio e l'evento che sta per accadere.
Come detto vi saranno anche numerose sparatorie e queste scene d'azione, spesso, occupano pagine intere e deliziando i vostri occhi; ottima l'espressività in questi momenti, mentre in altre scene non l'ho particolarmente apprezzata.
Volendo trovare un altro difetto, c'è a volte una discrepanza tra le tavole sopracitate e le altre: a volte i personaggi perdono di particolari, come la barba ad esempio, per Hope.

Bellissimo questo effetto con un'immagine trasparente.

Una piccola nota: sulla copertina interna è citata una piccola poesia tratta dal libro "Many Winters" di Nancy Wood, che raccoglie prosa e poesia dei Pueblo di Taos, nel Nuovo Messico: (chiedo scusa per la mia orribile traduzione)


Today is a very good day to die….                         Oggi è un ottimo giorno per morire...
Every living thing is in harmony with me.              Ogni essere vivente è in armonia con me
Every voice sings a chorus within me.                    Ogni voce canta un coro dentro di me
All beauty has come to rest in my eyes.  Tutta la bellezza è venuta a riposare nei miei occhi
All bad thoughts have departed from me.     Tutti i cattivi pensieri si sono allontanati da me
Today is a very good day to die.                               Oggi è un ottimo giorno per morire.
My land is peaceful around me.                                La mia terra è tranquilla intorno a me
My fields have been turned for the last time.  I miei campi sono stati girati per l'ultima volta.
My house is filled with laughter.                                La mia casa è piena di risate.
My children have come home.                                   I miei figli sono tornati a casa.
Yes, today is a very, very good day to die. Si, oggi è un giorno molto, molto buono per morire.


Le parole giuste per chiunque affronti un duello, perché "Per un pistolero duellare è la vita.[...]Il proprio onore è anche più importante della vita."
Un'opera imperdibile, che sono convinto possa regalarci grandissime emozioni e soddisfazioni.


a presto

giovedì 21 luglio 2011

Tyr Chronicles


Ciao a tutti,
oggi parliamo del primo manhwa di casa Goen, Tyr Chronicles, di Ra In-Soo (Demon King), che ha curato la sotoria, e Son Chang-Ho, che invce si è occupato della parte grafica.
L'opera consta di 11 volumi, pubblicati in Corea dalla Daiwon, a partire dal 2008, sulla rivista Comic Champ. In Italia, Goen ci offre un formato 11X17, 176 pp in b/n con sovracoperta.
L'edizione è a mio parere un po' "povera", non tanto per la qualità della carta che è buona, quanto per le dimensioni: è un formato davvero piccolo e neanche tanto flessibile. Io non ho avuto il coraggio di provare ad aprirlo tutto, avevo la sensazione che la rilegatura si rovinasse irreparabilmente.

Tyr

Veniamo alla trama: Tyr e Loki sono fratelli e vivono in un villaggio sperduto, insieme al loro padre.
Il fratello più grande, Loki, è un inguaribile sognatore; un giorno, colpito dalle gesta di un gruppo di guerrieri giunti al villaggio, decide di accettare la proposta di unirsi a loro, viste le sue straordinarie potenzialità come guerriero.
Tyr, a malincuore, deve accettare la scelta del fratello di partire "per realizzare i suoi desideri".
Passa però solo un anno, prima che il più giovane dei fratelli venga a conoscenza di una terribile notizia.
Il tempo scorre e a tre anni dalla partenza di Loki, un misterioso ed inquietante individuo consegna a Tyr un diario appartenuto al fratello, al quale lui teneva particolarmente.
Proprio in questo diario, che narra le gesta di un grande guerriero, Tyr ritroverà la speranza di poter rivedere Loki, decidendo così di partire alla sua ricerca, proprio come il fratello qualche anno prima.


Il primo titolo coreano per Goen è un fantasy allo stato puro, dalle ambientazioni ai personaggi.
Numerosissime, suppongo, saranno le tecniche usate dai diversi personaggi: da tecniche di spada a poteri particolari per sferrare gli attacchi, sino a veri e propri personaggi che sembrano avere molto poco di umano.
Un tema centrale, in Tyr Chronicles, sarà sicuramente quello del viaggio, quindi mi aspetto delle ambientazioni molto suggestive: un primo assaggio lo si ha già in questo primo volume, lasciando quella sensazione dei fantasy, di terre inesplorate e misteriose e di paesi tutti da scoprire.
Queste terre saranno spesso popolate da mostri tanto temibili quanto stravaganti, che creeranno non pochi problemi a Tyr.
La trama non è per nulla banale, da un certo punto di vista, anche se la prima parte del prologo l'ho trovata sin troppo comica per il genere, forse evitabile.
C'è da dire che in Demon King, Ra In-Soo non è mai riuscito a far decollare del tutto la storia, quindi avendo a disposizione un numero limitato di volumi, spero riesca a dare più incisività alla trama.
Il mistero, che è il motore di tutta la storia, è senza dubbio molto intrigante e giustamente mascherato, anche se forse per alcuni saprà di già visto, ma è presto per fare ipotesi, la trama come detto è ben costruita e lascia molte porte aperte a diversi colpi di scena.
Altro tema che suppongo salterà fuori (solitamente va a braccetto con quello del viaggio), sarà quello del gruppo, quindi credo che già nel prossimo volume potremo vedere nuovi personaggi che seguiranno il protagonista.


Se non fosse che ci è stato detto e che si legge da sinistra a destra, avremmo tutti difficoltà a capire che questo è un Manhwa.
Chang-Ho, che prima non conoscevo, dimostra di avere grande talento, soprattutto nella caratterizzazione grafica dei personaggi, davvero particolareggiati e che ben si adattano alla natura fantasy dell'opera.
Le scene d'azione sono sono coinvolgenti e le tecniche utilizzate rendono gli scontri molto appassionanti, oltre a far intuire al lettore che sicuramente nei prossimi volumi salteranno fuori cose ancora più potenti e spettacolari.
Gli sfondi sono ben curati, quando sono mostrati: spesso si ha la sensazione che sia tutto molto zoomato su determinati soggetti. 
Un'altra cosa che non mi è piaciuta, in relazione anche al formato del volume, sono alcune pagine ricchissime di vignette, che per questione di spazio risultano molto piccole.
Ho apprezzato molto di più il suo stile nelle rappresentazioni dei nemici e dei mostri che popolano le foreste, piuttosto che in quella di Tyr e del fratello, troppo "fumettistici" come personaggi.


In conclusione questo primo numero da solo qualche spunto, interessante, che ben mi fa sperare per il proseguo dell'opera, ma che tuttavia deve poter dare una bella svolta per risultare accattivante ai lettori.
E' certamente un titolo da consigliare agli amanti del fantasy, ma con qualche riguardo per chi non ama il genere.
Da tenere sotto controllo, nel bene e nel male.


a presto

lunedì 18 luglio 2011

Let The Sunshine In

 
Ciao a tutti,
oggi parliamo di uno dei manga più belli che ho letto negli ultimi mesi: Let The Sunshine In, di Mitsuro Adachi, edito in Giappone tra il 1980 e il 1981 da Shogakukan sul settimanale Shojo-Comics; l'opera consta di 5 volumi (c'è anche un'edizione in formato Bunkoban, di tre volumi).
In Italia è edito da Flashbook al prezzo di 5,90 €, 12X18 per circa 190 pagine.
Sull'edizione c'è poco da dire, classico volume di alta qualità: i più attenti noteranno che al tatto la copertina è diversa, direi che non è tanto la carta a essere stata cambiata, quanto la vernice usata.

Kasumi Kishimoto

Veniamo alla trama: Kasumi Kishimoto, quindici anni, si appresta a frequentare il primo anno del liceo Myojo: essendo però molto distante da casa sua, decide di trasferirsi dalla sorella della madre, la zia Chigusa, rimasta vedova due anni prima.
Kasumi, convinta di trovare la zia nella piena solitudine, dovrà ricredersi molto presto, siccome Chigusa ha trasformato la sua spaziosissima casa in una pensione per giovani studenti.
C'è Shin Mikimoto, un don Giovanni leggermente egocentrico, Takashi Ariyama, un ragazzo dall'appetito sostanzioso e di grande simpatia , Makoto Aido, uno studioso tanto fugace quanto spettrale e di poche parole e per finire Yuusaku Tajanagi, un giovane bello, sbadato e anche un po' ingenuo.
Ovviamente tutti frequenteranno lo stesso liceo, ma non è certo questo che preoccupa Kasumi, che dovrà mettercela tutta per riuscire a convivere con i suoi nuovi stravaganti coinquilini e compagni di scuola.

Dal basso verso l'alto: Kyoko, Yuusaku, Shin, takashi e Makoto.

La doverosa premessa che vi voglio fare è che sinceramente io non ho mai amato Adachi al 100%, infatti credo che la sua miglior opera sia Arcobaleno di spezie, edito sempre dalla Flashbook, dove finalmente esce dai canoni, dimostrando un'abilità narrativa incredibile. Probabilmente i fan di Adachi non la penseranno così, ma da non appasionato, credo che avrebbe avuto grande successo anche con altri generi; la capacità narrativa di Adachi è indiscutibile, quello che mi sarebbe piaciuto è leggere più opere simili ad Arcobaleno.
In Let The Sunshine In, Adachi decide di lasciare lo sport (solitamente sempre presente nelle sue trame) da parte (almeno in questo primo volume), concentrandosi esclusivamente sui dialoghi e sulla caratterizzazione dei personaggi. Non ne troverete uno uguale all'altro: ognuno ha le sue caratteristiche e stravaganze tipiche dello stile dell'autore, fatto dei classici equivoci e intrecci sentimentali.
Nei prossimi numeri lo sport comparirà, ma non sarà il tema centrale, dando la sensazione che un giovanissimo Mitsuro Adachi (appena trentenne), fosse in una fase di vera e propria evoluzione del suo stile.


Leggendo l'albo si riesce a percepire quanto l'autore si sia divertito a disegnare questo manga, a creare questi interpreti così poliedrici, ma soprattutto una trama che non vi lascerà nemmeno un attimo di respiro.
Ogni dialogo è uno scambio di battute incalzanti ,che trascinano il lettore nella storia, anche grazie a una serie di momenti comici che metteranno a durissima prova i nervi di Kasumi, mentre regaleranno più di una risata ai lettori.
La situazione, volutamente paradossale, in cui si viene a trovare Kasumi è una terra fertile su cui Adachi si trova benissimo, riuscendo a dare il meglio di se: in fondo questo manga non è poi tanto diverso da altre opere di Adachi, quello che cambia sembra proprio essere la leggerezza di questa storia e la naturalezza con cui evolve.


Per quanto riguarda lo stile, si avverte che l'opera ha qualche anno: Yuusaku viene spesso rappresentato come tutti gli uomini negli shojo anni 80-90.
Le tavole sono dettagliate e pulite, con la classica intrusione di Adachi-san tra le pagine del manga: in questo senso avrete notato sicuramente come lui sponsorizzi opere edite dalla Flashbook, ma successive di molti anni all'uscita di Let The Sunshine In. Il mistero è presto svelato: nell'originale vengono pubblicizzate serie mai apparse in Italia, come Ah! Seishun no Koushien e Yuuhi yo Nobore!!, in cui Adachi agli esordi curò solo la parte grafica, quindi la Flashbook ha deciso (secondo me intelligentemente) di dare un'adattamento più moderno e comprensibile per i lettori italiani.
Una cosa che amo di di questo autore, dal punto di vista grafico, è la sua capacità di rendere assolutamente espressivi i suoi personaggi, pur non riempiendo i loro visi di particolari: gli basta disegnare anche solo gli occhi, per trasmettere immediamente lo stato d'animo di un tal personaggio in una tal situazione.

Due note per gli appassionati: recuperate se possibile l'albo "Mitsuru Adachi Essay Comics" edito dalla Star Comics, contiene le ministorie aggiunte nel manga originale, quando non si sa come riempire le pagine rimaste vuote.
Infine, dall'opera è stato tratto un anime dal titolo Questa Allegra Gioventù.




In conclusione questo secondo me è uno dei migliori lavori di Adachi, quindi consigliatissimo a chi lo ama, ma altrettanto a chi come me ha sempre avuto un rapporto difficile con le sue opere.
Finalmente un "nuovo-classico" Adachi.


a presto

giovedì 14 luglio 2011

The Climber


Ciao a tutti,
oggi vi voglio parlare del nuovo manga di Shin'ichi Sakamoto (Masuorao): The Climber.
L'opera è tratta dal romanzo di Jiro Nitta e sceneggiato da Yoshio Nabeta.
In Giappone è edito da Shueisha su Weekly Shonen Jump a partire dal 2007, consta di 15 volumi, anche se come già annunciato il manga terminerà col numero 17 a ottobre.
In Italia è edito da J-Pop in un formato 13X18, 224 pagine in b/n e colori al prezzo di 5,90 €.
Classica edizione J-Pop molto robusta e con carta bianchissima, tuttavia spesso troppe trasparenze.
I volumi inoltre sono arricchiti da interessanti interviste a personaggi di spicco dell'alpinismo giapponese, come Yuji Hirayama e Yasushi Yamanoi.


Veniamo alla trama: al liceo Yokosuka, della prefettura nord di Kanagawa, si trasferisce Buntaro Mori, giovane molto introverso ed enigmatico.
I professori capisco ben presto che il nuovo arrivato è un soggetto difficile da trattare, infatti alla seconda ora sparisce sul tetto del liceo per poter stare da solo, come lui desidera.
Miyamoto, un suo nuovo compagno non certo introverso, decide di fargli un piccolo scherzo comparendo dalla facciata della scuola; è un climber, uno scalatore, e vuole sapere qualcosa in più di Mori, che dunque accetta la sfida di scalare la facciata della scuola fino in cima, in cambio di essere lasciato in pace.
Il nuovo arrivato inizia così a scalare la parete, senza nessuna corda di sicurezza, sotto gli occhi di tutta la scuola e del professor Onishi, ex scalatore professionista, che subito nota la straordinaria e innata abilità del nuovo studente.
Con non pochi rischi Buntaro arriverà in cima alla scuola e quei momenti di fatica, paura e tensione gli faranno capire per cosa è davvero nato e come si sa ogni scalatore punta sempre, sempre, più in alto senza ponendosi sempre nuovi obbiettivi ma nessun limite.


C'è parecchio da dire su The Climber,  che considero assolutamente migliore di Masuorao, sia per i temi trattati, sia per il valore della trama (ricordiamoci tuttavia che Sakamoto cura solo la parte grafica).
Ho letto per ora i primi due volumi e per darmi un'idea su come l'autore intende costruire la storia, ho anche dato uno sguardo ai capitoli inediti.
Nel primo albo possiamo capire subito come lo sport sia un elemento centrale nel manga: tecniche e attrezzature del climbing vengono spiegate sia dai protagonisti, sia da note a margine e da un breve glossario a fine volume.
Vi è inoltre una forte componente psicologica, solo accennata in Masuorao, molto forte invece in questa nuova opera.
Il protagonista, Mori, è un personaggio che cela un passato enigmatico e questo offre ulteriori spunti per l'evoluzione della trama e del personaggio; questo suo desiderio di solitudine si scontrerà con uno sport che si basa molto sul gioco di squadra, dunque o lui cambia (ecco la componente psicologica) anche grazie alle sue nuove conoscenze oppure rimarrà solo, con tutti i rischi che ciò comporta nel climbing.
Mori e il professor Onishi

Non ha qualcosa che non va' il collo

  La parte grafica dell'opera merita elogi e critiche: l'autore ci regala sicuramente tavole pulite e dettagliate; in questo senso le montagne, le rocce e i paesaggi sono disegnati con una cura straordinaria.
Il suo punto di forza, tuttavia, sono le scene d'azione (non ci sono combattimenti in The Climber, sono qualche scazzottata, inevitabile per Sakamoto), dove riesce a dare una fortissima espressività ai suoi personaggi, sia quella del viso sia quella fisica, con una grande cura nel disegnare i muscoli e le vene, riuscendo magnificamente a farci percepire lo sforzo fatto dai personaggi.
Credo sia doveroso però anche criticare certe scelte stilistiche, volendo però essere molto pignoli: una cosa che non ho gradito sono le orecchie dei personaggi, che sembrano quasi elfiche; inoltre sporadicamente Sakamoto da l'impressione di non impegnarsi, lasciando un po' da parte le proporzioni o i particolari.
E' doveroso mettere a paragone Masuorao e The Climber, notando sin da subito come sia nello stile dell'autore il voler rendere i suoi personaggi terribilmente stravaganti e adulti: sono diaciassettenni, ma dimostrano trent'anni spesso.


Nutro ancora dei dubbi su quest'opera, tuttavia credo che Sakamoto possa aver fatto il salto di qualità, non tanto per quanto riguarda la storia, che non è sua, quanto per il fatto che nei volumi successivi dimostra un netto miglioramento del suo stile, con tavole di fortissimo impatto visivo.
Per queste due ragioni, il progresso grafico e una storia (non sua) che da subito l'impressione di essere molto articolata e per nulla banale, con numerosi spunti, credo che The Climber possa darci grandi soddisfazioni e grandi emozioni, con la prospettiva di diventare un un'ottima opera.
Senza dubbio la continuerò, sono molto fiducioso, nella speranza che Sakamoto non decida di dare consigli sul proseguo della trama.


a presto

mercoledì 13 luglio 2011

True Blood 4 - Prime Impressioni


Ciao a tutti,
oggi volevo fare un brevissimo post per raccontarvi le prime impressioni sulla quarta stagione di True Blood, ideato da Alan Ball e trasmesso negli Stati Uniti dall'HBO.
Queste prime opinioni si basano ovviamente sulle prime tre puntate uscite ad oggi.

Avevamo lasciato Sookie, alla fine della terza stagione, mentre spariva nel nulla e la ritroviamo nella quarta, con il suo personaggio che non è sostanzialmente mutato, ma il suo ritorno ci regalerà dei momenti tanto belli quanto paradossali.
Quelli che più sono cambiati, invece, sono i comprimari: in True Blood abbiamo sempre avuto la trama principale, che implicava sempre un "cattivo" ed è così anche in questa stagione, oltre a una serie di storie che coinvolgevano i personaggi secondari.
Direi che queste storie a margine, per ora, non sono state ne' particolarmente interessanti ne' tanto meno originali, anche perché coinvolgono solo alcuni dei personaggi.
Infatti Lafayette e Tara, più che mai, svolgono un ruolo centrale nella storia e non più secondario, mentre Sam Merlotte rimane molto più distaccato, ancora in crisi con il suo fratellino, anche se certamente nel proseguo della stagione ci sarà spazio per lui.

Tra i personaggi quelli che hanno avuto un vero miglioramento sono Tara, sia nel carattere che nell'aspetto, Eric, più che mai dimostra si essere un bravissimo attore e un personaggio eclettico e per finire Jason, pur commettendo sempre gli stessi errori, sembra essere diventato un altro.

Bill vi regalerà delle grosse sorprese, anche se il suo personaggio sembra un po' oscurato da quello di Eric in questi primi episodi.
Proprio Eric, invece, sarà un personaggio tutto nuovo ai vostri occhi: questa sua evoluzione mi ha permesso di apprezzare ancor di più l'attore, ma anche il personaggio, svelando dei lati tenuti nascosti nelle serie precedenti.
Rimarrete stupiti, come Sookie.

Insomma, questa quarta stagione promette molto bene sotto certi punti di vista; l'unica cosa che rischia di compromettere la serie è la ripetitività, ma i grandi ascolti dimostrano come il carisma dei suoi interpreti, spesso, compensi le carenze della trama.

Sperando di vederlo a breve in Italia, ricordate che buon sangue non mente.


a presto

martedì 12 luglio 2011

Kagemusha - Il terzo guerriero ombra


 
Ciao a tutti,
oggi parliamo di un manga che tutti gli amanti del genere storico, ma non solo, dovrebbero avere nella propria collezione: sto ovviamente parlando di Kagemusha - Il terzo guerriero ombra, edito in Italia da Magic Press al prezzo di 6,50 euro. In Giappone è uscito nel 2007, per l'editrice Leed.
L'opera è una mini serie di 2 volumi; l'edizione italiana vale tutto il suo prezzo: sovracoperta, volume robusto e flessibile con carta di ottima qualità.
Il duo di autori è composto da Norio Nanjou (Shigurui) e Hirokata Kurofuji che si è occupato della parte grafica.

Veniamo alla trama: siamo nell'epoca Sengoku (1468-1605), paese di Hida. Kyonosuke è un semplice contadino, desideroso di diventare un uomo potete, ricco e rispettato.
Un giorno, casualmente, viene notato da due nobili che gli offrono l'opportunità di lavorare per Ikemoto Yasutaka, signore del castello di Mitaya.
Il ragazzo ottiene così lo stipendio, in riso, che aveva sempre sognato e soprattutto non era più un semplice contadino.
Ben presto però capirà qual'è il suo vero scopo, ossia quello di diventare un kagemusha, un'ombra, una controfigura, per proteggere Yasutaka; qui si svela anche il titolo dell'albo, perchè Kyonosuke non è l'unica ombra al servizio del signore.
L'addestramento per diventare un'ombra perfetta è estenuante, ma allo stesso tempo gradevole, siccome parte dell'allenamento è anche imparare ad approcciarsi con le concubine del signore del castello di Mitaya.
La vita di Kyonosuke continua, ma davvero ha capito cos'è realmente essere un kagemusha?
Questa vita è davvero ciò che sognava?
E' meglio essere se stessi e poveri o fingersi qualcun'altro per avere una vita migliore?

Kyonosuke

La storia raccontata in Kagemusha può essere perfettamente vista come una parabola (con una fase in ascesa e una fase in discesa) e può inoltre essere ben divisa nei due volumi.
Nel primo albo, ricco di eventi lieti per Kyonosuke, si ritrova a passare dalla vita contadina ad essere un servitore dell'imperatore; diventare un kagemusha gli costa molti sacrifici, che facilmente vengono leniti da enormi regali che questa nuova vita gli offre e che mai lui avrebbe sognato: cibo in abbondanza, donne bellissime e ricchezza.
Alla fine del primo volume il suo ottimismo, la sua positività, viene messa a durissima prova; attraverso un suo pensiero, ci fa capire come per lui questa vita non possa che non essere una cosa positiva: "Non è possibile che le disgrazie continuino...".
Nel secondo volume vediamo il tratto discendente di questa parabola, dove il fisico e lo spirito del protagonista sono sempre più messi a dura prova.
Si insinua in lui il dubbio che la scelta di diventare Kagemusha, fosse stata l'errore più grande della sua vita, tanto che rivedendo la sua immagine, quando decise di partire per il castello, pensa "Che stupido".
Tutta la sua vita, che sembrava miracolosamente rinata, si sgretola davanti ai suoi occhi, forse portandolo in una situazione ben peggiore di quella del contadino.


Questa vicenda, terribilmente triste, è immersa in un realismo storico che sgorga dalle pagine, sia grazie ai disegni, sia grazie all'uso ricercato di termini tipicamente giapponesi dell'epoca (in questo senso il glossario alla fine del volume è davvero un'ottima cosa).
Il disegno è eccezionale, assolutamente adatto, perfettamente dettagliato e ricchissimo di tratti dell'autore, quasi a voler sporcare la scena per donargli un realismo ancora più intenso e uno suo stile unico.
I combattimenti sono cruenti e forse confusionari, ma ancora una volta sembrano fatti su misura per l'opera, quasi a voler trasmettere i momenti concitati, il dolore provato dai protagonisti, che non riescono a vivere in completa coscienza quei momenti.
Guardate l'immagine poco sopra, la pioggia di frecce, la prospettiva dei soldati, i dettagli dello sfondo: queste sono i particolari che ci fanno capire la straordinaria cura e bravura di questi autori.


Un'opera unica nel suo genere, per tutto quanto detto e anche perché è difficile trovare un manga storico che vi regali le stesse emozioni e vi delizi gli occhi con il suo stile.
Unico.

Una doverosa nota: per chi di voi ha amato la vita del Kagemusha, non perdetevi il film "Kagemusha - L'ombra del guerriero" di Akira Kurosawa.







a presto

domenica 10 luglio 2011

Kingdom - La guerra dei 500 anni

 
Ciao a tutti,
oggi parliamo di un altro grande colpo della GP Publishing: Kingdom di Yasuhisa Hara, edito in Giappone da Shueisha su Weekly Shonen Jump, a partire dal 2006 e ad ogni è giunto al volume 22, uscito a fine maggio 2011.
In Italia è proposto a 5,90 €, 224 pp in b/n con sovracoperta e formato 13X18; devo dire che mancano solo le pagine a colori, per il resto è davvero un'ottima edizione, flessibile e leggera pur essendo un bel volumone.

Piao e Xin

Veniamo alla trama: siamo in Cina, nel 245 a.C., regno di Qin. Due giovani servi, Xin e Piao, lavorano per il capo villaggio di un piccolo paesino tra le colline.
Entrambi sono orfani e come obbiettivo, in una società che si basa molto sulla meritocrazia, hanno quello di diventare dei potenti generali; per far ciò, ogni giorno, di nascosto al padrone, si allenano in aspri combattimenti.
I due, pur non essendo parenti, si considerano molto più che fratelli: Piao è quello più saggio e sensato mentre Xin è un po' una testa calda, ma con un grande animo.
Un giorno però Piao viene prelevato da Chang Wen Jun, un nobile che lavora al palazzo reale, senza un apparente motivo.
Xin con qualche difficoltà accetta questa situazione e ben presto, senza rendersene conto, si ritroverà ad essere uno dei protagonisti della guerra che insanguinerà il regno di Qin per molti, molti anni.

Questo manga mi ha piacevolmente sorpreso, anche perché pur partendo da un genere (shonen) molto usato e da una storia che a prima vista può apparire scontata, riesce a coinvolgerti e a far capire al lettore che c'è tanta carne al fuoco.
Non so come evolverà la storia, ciò che è certo è il finale, ossia come viene scritto anche nel retro copertina "Kingdom è la storia di un ragazzo di nome Xin, e della sua ascesa a generale"; quello che non sappiamo è tutto il percorso, che come si dice conta molto più che la meta.
Inoltre ho potuto trovare numerosi riferimenti con la storia cinese, dimostrando come l'autore dedichi davvero una grande passione nel suo lavoro; grande cura, in questo senso, l'ho potuta apprezzare nella rappresentazione delle armature e dei palazzi tipicamente cinesi.


Interessante è come l'autore sia riuscito a uscire dallo "stereotipo", creando un personaggio come Xin, che non stanca nei suoi atteggiamenti e nelle motivazioni che lo spingono ad andare in una determinata direzione, soprattutto perché la storia che lo circonda è a mio parere ben costruita e questo compensa la banalità e i cliché.
Come accennato prima aspettiamoci una grande quantità di personaggi, scontri e vicende (queste epopee le ho sempre amate) e da non sottovalutare il fatto che l'autore, qua e la, intreccia il presente con dei flashback, creando magari piccoli equivoci o citando alcuni personaggi che poche pagine dopo vengono svelati, rendendo la lettura molto più interessante e misteriosa.
A proposito dei personaggi: in Kingdom una cosa che ho apprezzato è come l'autore ponga l'opera in bilico tra la realtà, con le ambientazioni e il contesto storico, e il mondo dei manga, con personaggi assolutamente stravaganti e soprattutto ostici.
I nemici in questo senso "stonano" con la contestualizzazione realistica (basta guardare le immagini); questo permette di far convivere nello stesso fumetto personaggi assolutamente da manga, che si scontrano con personaggi molto più realistici.
Questa contrapposizione è secondo me una delle note chiave dell'opera, perchè siamo abituati spesso a vedere solo storie di fantasia o solo storie reali, mentre in Kingdom ho la sensazione che con questa idea ci si possa davvero divertire.


Passando alla parte grafica, Hara caratterizza molto bene i suoi personaggi, donandogli dei lineamenti tipicamente cinesi e un'espressività che mi ha ricordato altri manga, soprattutto nelle scene drammatiche.
Le scene d'azione sono molto chiare, giustamente crude e avvincenti, infatti sarà difficile annoiarvi quando avrete il volume tra le mani.
Ho notato che una cosa che manca in questo primo volume è una figura femminile, che sicuramente comparirà nei prossimi, ma voglio vedere sia come sarà graficamente sia se sarà forte e impavida (credo proprio di si) oppure ingenua e indifesa, ma con un carattere di ferro.

Insomma una bella storia per gli amanti del genere storico/guerra/azione (ma non solo).
Ripongo grande fiducia in questa serie, non ci resta che seguire le avventure di Xin.


a presto

lunedì 4 luglio 2011

L'isola Prigione

 
Ciao a tutti,
oggi vi volevo parlare di questo nuovo manga di casa Magic Press-MX.
L'opera è una mini serie che si conclude in tre volumi, originariamente pubblicato nel 2009 sulla rivista Comic Break della casa editrice Nihon Bungeisha.
L'opera è di Yusuke Ochiai (di cui è quasi impossibile trovare informazioni); oltre al manga di cui stiamo parlando ha pubblicato solo un'altra opera: Thanatos. Quest'ultima, scusate se vado fuori tema, mi ha davvero incuriosito: Ochiai ha solo curato la parte grafica mentre la storia è di Shinji Takehara, un famoso boxer giapponese. Thanatos, edito nel 2007 da Shogakukan, completa in otto volumi, è un manga sportivo che come potete immaginare parla della boxe e in particolare di un giovane dal passato difficile, tra violenze domestiche e combattimenti tra bande, che grazie a questo sport riesce a trovare la sua strada.
Numerosi sono i riferimenti alla vita di Takehara, non credo per un passato così difficile, quanto per gli sforzi per diventare qualcuno nel mondo della boxe.


Torniamo a noi: la Magic Press ci offre al prezzo di 5,90 € un volume di 192 pp in b/n, con sovracoperta. L'edizione è come sempre ottima, il volume è molto flessibile e comodo da leggere.
Veniamo alla trama: nell'anno 20X0, il Giappone si trova in mezzo a due fuochi, l'aumento dei crimini, dovuti alla crisi economica mondiale da una parte e alle forti pressioni internazionali contro la pena di morte, dall'altra.
Il governo di Tokyo decide così di far tornare in auge una pratica abolita nel lontano 1908: l'esilio.
I criminali vengono deportati in un'isola in mezzo al Pacifico, dove tornano in libertà, ma senza aver più possibilità di far ritorno alla vera civiltà.
Tra loro c'è anche Mikoshiba Ei, il nostro protagonista, condannato per un grave crimine, oltre a quello che diverrà il suo compagno di viaggio alla scoperta dell'isola, Kozuma Hirofumi.
I due, quando pensano di aver capito la vera natura dell'isola e dei suoi abitanti, si ritrovano immersi in una situazione che mai avrebbero potuto immaginare e soprattutto saranno costretti a dover combattere e a cercare di scoprire i segreti di quel luogo, per poter sopravvirere in "Paradiso", l'isola degli esiliati.


Le trame che ho potuto leggere sui vari siti sono spoilerose in maniera allucinante, praticamente raccontano il primo volume nella sua totalità, quindi ATTENZIONE.
L'opera è facilmente paragonabile a due altri fumetti: Battle Royale e Ghost Face. Per quanto riguarda il primo, il tema dell'isola e della sopravvivenza è quasi del tutto analogo, ciò che differenzia i due manga è l'aggiunta, nell'opera della Magic Press, di una leggero velo di mistero che introduce un po' di curiosità nella lettura. Quello che manca è la violenza: mi sarei aspettato molte più scene crude nell'"Isola Prigione", invece non raggiunge, nemmeno per sbaglio, i livelli di Battle Royale.
Per quanto riguarda Ghost Face, uguale è l'idea dell'isola per gli esiliati, anche se nel manhwa di Hyung Min-woo la trama è molto più articolata, sfiora quasi la surrealità, mentre l'opera di Ochiai è molto più fedele a eventi "reali", se così si può dire di un'opera di fantasia.
In questo senso, mettendo in paragone i tre fumetti, l'"Isola Prigione", per ora, si pone un gradino sotto sia per la trama, sia per alcuni particolari grafici.
L'autore è molto dettagliato e ha uno stile davvero unico nei primi piani (non solo dei volti), ma si perde spesso nei fondali che sembrano quasi solamente abbozzati (magari è voluto, ma a me non piace); oppure quando disegna ampi spazi, riesce a essere dettagliato solo nelle parti centrali della tavola, lasciando quasi irrisolti gli sfondi.
Ripeto, magari è un effetto voluto, a me tuttavia non piace.
Un'altra cosa che non ho gradito sono i combattimenti, poco chiari in certi punti, seppur molto emozionanti e con questo l'autore riesce a trascinare molto bene il lettore nella storia.


In generale direi che come primo numero non ci siamo, la trama non è originale e solo grazie alla curiosità e al fatto che sono solo tre volumi, forse riuscirà a tenersi legato i lettori per tutti e tre i volumi.
Non centra nulla, ma ricordo un libro game ambientato in un'isola in cui il protagonista veniva in contatto con varie genti e si creava all'interno dell'isola la vera trama; forse sarebbe stato meglio così, anche perché il motivo centrale dell'opera, che ovviamente non ho citato, non è nulla di nuovo.
Se non siete amanti del genere "sopravvivenza/isola", evitate per ora; poi magari mi stupirà nei prossimi volumi.

Pensando ancora all'isola mi chiedo perché non fare un manga sulla falsa riga di Robinson Crusoe (il mio libro preferito): io lo prenderei.


a presto