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lunedì 18 luglio 2011

Let The Sunshine In

 
Ciao a tutti,
oggi parliamo di uno dei manga più belli che ho letto negli ultimi mesi: Let The Sunshine In, di Mitsuro Adachi, edito in Giappone tra il 1980 e il 1981 da Shogakukan sul settimanale Shojo-Comics; l'opera consta di 5 volumi (c'è anche un'edizione in formato Bunkoban, di tre volumi).
In Italia è edito da Flashbook al prezzo di 5,90 €, 12X18 per circa 190 pagine.
Sull'edizione c'è poco da dire, classico volume di alta qualità: i più attenti noteranno che al tatto la copertina è diversa, direi che non è tanto la carta a essere stata cambiata, quanto la vernice usata.

Kasumi Kishimoto

Veniamo alla trama: Kasumi Kishimoto, quindici anni, si appresta a frequentare il primo anno del liceo Myojo: essendo però molto distante da casa sua, decide di trasferirsi dalla sorella della madre, la zia Chigusa, rimasta vedova due anni prima.
Kasumi, convinta di trovare la zia nella piena solitudine, dovrà ricredersi molto presto, siccome Chigusa ha trasformato la sua spaziosissima casa in una pensione per giovani studenti.
C'è Shin Mikimoto, un don Giovanni leggermente egocentrico, Takashi Ariyama, un ragazzo dall'appetito sostanzioso e di grande simpatia , Makoto Aido, uno studioso tanto fugace quanto spettrale e di poche parole e per finire Yuusaku Tajanagi, un giovane bello, sbadato e anche un po' ingenuo.
Ovviamente tutti frequenteranno lo stesso liceo, ma non è certo questo che preoccupa Kasumi, che dovrà mettercela tutta per riuscire a convivere con i suoi nuovi stravaganti coinquilini e compagni di scuola.

Dal basso verso l'alto: Kyoko, Yuusaku, Shin, takashi e Makoto.

La doverosa premessa che vi voglio fare è che sinceramente io non ho mai amato Adachi al 100%, infatti credo che la sua miglior opera sia Arcobaleno di spezie, edito sempre dalla Flashbook, dove finalmente esce dai canoni, dimostrando un'abilità narrativa incredibile. Probabilmente i fan di Adachi non la penseranno così, ma da non appasionato, credo che avrebbe avuto grande successo anche con altri generi; la capacità narrativa di Adachi è indiscutibile, quello che mi sarebbe piaciuto è leggere più opere simili ad Arcobaleno.
In Let The Sunshine In, Adachi decide di lasciare lo sport (solitamente sempre presente nelle sue trame) da parte (almeno in questo primo volume), concentrandosi esclusivamente sui dialoghi e sulla caratterizzazione dei personaggi. Non ne troverete uno uguale all'altro: ognuno ha le sue caratteristiche e stravaganze tipiche dello stile dell'autore, fatto dei classici equivoci e intrecci sentimentali.
Nei prossimi numeri lo sport comparirà, ma non sarà il tema centrale, dando la sensazione che un giovanissimo Mitsuro Adachi (appena trentenne), fosse in una fase di vera e propria evoluzione del suo stile.


Leggendo l'albo si riesce a percepire quanto l'autore si sia divertito a disegnare questo manga, a creare questi interpreti così poliedrici, ma soprattutto una trama che non vi lascerà nemmeno un attimo di respiro.
Ogni dialogo è uno scambio di battute incalzanti ,che trascinano il lettore nella storia, anche grazie a una serie di momenti comici che metteranno a durissima prova i nervi di Kasumi, mentre regaleranno più di una risata ai lettori.
La situazione, volutamente paradossale, in cui si viene a trovare Kasumi è una terra fertile su cui Adachi si trova benissimo, riuscendo a dare il meglio di se: in fondo questo manga non è poi tanto diverso da altre opere di Adachi, quello che cambia sembra proprio essere la leggerezza di questa storia e la naturalezza con cui evolve.


Per quanto riguarda lo stile, si avverte che l'opera ha qualche anno: Yuusaku viene spesso rappresentato come tutti gli uomini negli shojo anni 80-90.
Le tavole sono dettagliate e pulite, con la classica intrusione di Adachi-san tra le pagine del manga: in questo senso avrete notato sicuramente come lui sponsorizzi opere edite dalla Flashbook, ma successive di molti anni all'uscita di Let The Sunshine In. Il mistero è presto svelato: nell'originale vengono pubblicizzate serie mai apparse in Italia, come Ah! Seishun no Koushien e Yuuhi yo Nobore!!, in cui Adachi agli esordi curò solo la parte grafica, quindi la Flashbook ha deciso (secondo me intelligentemente) di dare un'adattamento più moderno e comprensibile per i lettori italiani.
Una cosa che amo di di questo autore, dal punto di vista grafico, è la sua capacità di rendere assolutamente espressivi i suoi personaggi, pur non riempiendo i loro visi di particolari: gli basta disegnare anche solo gli occhi, per trasmettere immediamente lo stato d'animo di un tal personaggio in una tal situazione.

Due note per gli appassionati: recuperate se possibile l'albo "Mitsuru Adachi Essay Comics" edito dalla Star Comics, contiene le ministorie aggiunte nel manga originale, quando non si sa come riempire le pagine rimaste vuote.
Infine, dall'opera è stato tratto un anime dal titolo Questa Allegra Gioventù.




In conclusione questo secondo me è uno dei migliori lavori di Adachi, quindi consigliatissimo a chi lo ama, ma altrettanto a chi come me ha sempre avuto un rapporto difficile con le sue opere.
Finalmente un "nuovo-classico" Adachi.


a presto

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