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venerdì 23 settembre 2011

La Quinta Camera


Ciao a tutti,
oggi vi voglio parlare di un volume unico, in tutto.
La Quinta Camera è la prima opera italiana di Natsume Ono, pubblicato nel 2003 dalla Penguin Shobou sulla rivista Comic Speed.
In Italia è pubblicato da J-Pop, in un formato 12X18, b/n, 192 pagine, con sovracoperta, al prezzo di 6,50 €.
L'edizione è ottima, anche se devo fare una precisazione sul colore utilizzato per l'inchiostro: non è il classico nero dei manga J-Pop, ma un colore quasi petrolio, molto fedele all'originale, che tuttavia ha reso la carta molto sottile e trasparente (potete averne un esempio nelle immagini), anche perché i disegni, molto sottili, non caricano la pagina di inchiostro.
Sulla bacheca della pagina Facebook dell'editore italiano, si è fatto notare che "La carta è la stessa di tutti gli altri nostri volumi. L'effetto[...]Probabilmente dovuto all'inchiostro pantone, che è lo stesso dell'originale".


Veniamo alla trama: in una città del centro Italia (probabilmente Bologna), in un appartamento, vivono quattro ragazzi: Massimo, il proprietario, Cele, uno stravagante fumettista, Al, camionista assonnato e affascinante e infine Luca, ragazzo delle pulizie che passa la maggior parte del tempo libero a suonare per strada.
In questo appartamento vi è inoltre una quinta camera, dove vengono a risiedere, in affitto, i viaggiatori, soprattutto della vicina scuola di lingue.
Il nucleo della storia, l'appartamento, sarà il denominatore comune dal quale nasceranno vicende, amori e dolori.

Al, Cele, Luca e Massimo.

Prendendo in mano, magari in fumetteria, La Quinta Camera si rischia di fare un grave errore: quello di giudicare a priori un'opera molto articolata, per trama e stile.
Partiamo col raccontare un po' della vita dell'autrice: questa cosa è fondamentale per inquadrare il suo stile.
Amante del disegno e dell'Italia, viene proprio nel nostro paese per dieci mesi per studiare l'italiano, a Bologna.
Al suo ritorno la presa di coscienza che fare la mangaka era il suo lavoro.
Pubblica un web-comic La Quinta Camera, che rapidamente finisce su rivista, arrivando persino in America (pubblicato dalla VIZ).
Sicuramente tutti noterete una certa somiglianza con la sua esperienza di studio in Italia e la trama del manga, infatti proprio Natsume Ono ha gentilmente confermato a noi di filManga Blog che
"L'idea de "la quinta camera" mi e' venuta in mente quando studiai un breve periodo in Italia."
Proprio l'Italia e le sue usanze sono raccontate nell'opera, anche come contestuallizazione per un lettore giapponese.


I quattro inquilini, così semplici e reali, tanto che chiunque di noi si può immedesimare (questa è una cosa fondamentale, perché creare dei personaggi di questo tipo, permette al lettore di entrare in prima persona nella storia) sono la costante del manga, mentre gli inquilini che occupano la quinta camera sono la variabile, che in un modo o nell'altro (chi più chi meno), porta qualcosa di nuovo nelle loro vite: magari un amore, magari delle usanze, oppure uno stile di vita.
Troviamo infatti alcuni luoghi comuni delle varie nazionalità, ma mai proposte con banalità o in senso dispregiativo, ma cercando di cogliere ciò che c'è di buono nelle persone che si conoscono, soprattutto se provenienti da un altro paese con un'altra cultura.
Come accennato prima, questo manga è molto reale nelle sue vicende: la difficoltà del genere è grande, ma la Ono si destreggia come una vera professionista.
Le storie d'amore, quelle tra ragazzi ma anche quelle più complesse degli adulti, sono romantiche e per nulla banali, anche nella loro sviluppo e trasmettono quelle sensazioni che un po' tutti abbiamo provato.
Per contro le delusioni sono cocenti, ma oltrepassabili, anche grazie agli amici, che forse sarebbe meglio chiamare fratelli.
Proprio l'amicizia, forte tra i quattro amici, è raccontata a tutto tondo, non solo nei momenti belli, ma anche in quelli difficili; i difetti o le debolezze sono parte inscindibile di ogni amico.
Tutto questo ci viene mostrato con uno stile narrativo scandito sia da dialoghi ricchi di sentimento, sia di pause che aiutano non solo i personaggi a riflettere, ma anche il lettore.
Natsume Ono ci conferma che "Disegno sempre quello che voglio disegnare. Se c'è qualcosa che voglio trasmettere, penso che dovrei trasmettere la stessa cosa ai lettori del manga".


Ho letto commenti molto severi sullo stile grafico dell'opera, dovuto in massima parte alla natura minimalista del disegno, poco particolareggiato.
Io questo stile lo definirei, personale. Può piacere, può non piacere, ma è personale; è sintomo del fatto che l'autrice ha le idee chiare, che ama svilupparle, uscendo dai canoni comuni imposti "dalla moda".
Le sue opere successive hanno poi dimostrato un netto miglioramento nella cura del disegno, con personaggi più dettagliati e caratterizzati, ma sempre molto personali.
I protagonisti di questo albo, pur essendo molto semplici nei caratteri, posseggono un'espressività chiara e immediata, adattandosi perfettamente a un dato momento di gioia o dolore.





Un'opera, come detto all'inizio, unica per sensibilità, stile e narrazione.
Un manga imperdibile per chi ama le storie personali e di vita quotidiana.

a presto

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