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domenica 17 aprile 2011

True Blood-Adesso tutti insieme


Ciao a tutti,
oggi vi volevo parlare del primo adattamento fumettistico della notissima serie tv "True Blood", in onda su sky (FOX) a cui siamo giunti alla terza stagione terminata nel 2010.
Non siamo qui ovviamente per parlare della serie TV, che meriterebbe un post a parte, ma bensì vorrei cercare di rispondere a questa domanda: vale la pena comprare questo fumetto per un appasionato o un neofita della serie?

Partiamo dicendo che in Italia l'albo è edito da Panini, in un formato 17x26, B., 144 pp., con pagine a colori (l'edizione per intenderci è quella della collezione 100% panini) al prezzo di 13,00 €. Negli Stati Uniti è edito da IDW a partire da luglio 2010. L'edizione è ben curata e ci offre una piccola nota dell'autore della serie TV, Alan Ball (American Beauty, Six Feet Under), che afferma "Sebbene sia un neofita del mondo del fumetto, sto imparando in fretta[...]La graphic novel che abbiamo messo su è molto divertente e ha per protagonisti tutti i personaggi principali[...]raccontando aspetti inediti della loro storia personale.". E' inoltre presente una piccola biografia degli autori, dei disegnatori e un breve riassunto su quello che è True Blood, il che è indice dello sforzo dell'editore di rendere leggibile il fumetto, anche a chi non sa nulla della serie TV. Molto belle a fine volume le copertine dei singoli albi usciti negli Stati Uniti.

I disegni sono stati affidati a David Messina (Lazarus Ledd edito da Star Comics, Angel, Star Trek), il quale ha collaborato per la parte artistica solo con italiani, quindi è bello vedere una presenza così importante del nostro paese nel mondo fumettistico.
Alla storia, oltre che Ball, hanno collaborato Kate Barnow (True Blood, Will & Grace, No Ordninary Family) ed Elisabeth Finch (True Blood, Star Trek:Enterprise, No Ordinary Family). Per quanto riguarda la sceneggiatura ricordiamo Mariah Huehner (Editor di numerose serie DC/Vertigo. Per IDW ha collaborato per Angel) e David Tischman (JLA, Green Lantern, Angel).
Questo gruppo di autori si conosceva già bene prima della serie e solitamente è un buon punto di inizio per una serie fumettistica l'esperienza di collaborazione.





Passando alla storia, come citato da Ball poco sopra, è possibile vedere tutti i personaggi principali: Bill, Sookie, Tara, Eric e tanti altri. Il gruppo si ritrova senza un apparente motivo al Merlotte, la tavola calda centro nevralgico delle vicende del telefilm e della cittadina fittizia di Bon Temps nella Louisiana, e in breve tempo diventano tutti prigionieri di un individuo molto più inumano che umano, come spesso capita anche nella serie TV. In questa situazioni i vari personaggi saranno costretti a raccontare un loro segreto, un loro ricordo ricordo incoffesabile, perché troppo duro da far tornare alla mente. La prima sarà Sookie e via via tutta la storia si dirama tra presente e flashback, ma leggendo ti rendi conto di quanto questa vicenda sia surreale, anche per True Blood. Sembra quasi di trovarsi in una seduta psico-analitica, anche perché tutti fanno ben poco per controbattere alla situazione; inoltre sembra quasi una vicenda da tutti i giorni. C'è da dire che la storia è ambientata grossomodo a cavallo tra seconda e terza serie, quindi anche se i personaggi sono "preparati" a creature strane o vicende assurde, vederli tutti tranquilli davanti a questa situazione mi pare un pochino paradossale.
La storia termina con un evidente volontà di continuare la serie e in questo Ball a inizio volume è molto chiaro "Il mondo di True Blood [...]ha un nuovo medium con cui confrontarsi. Allo stesso tempo emozionante e liberatorio. E' una strada che porta a possibilità sconosciute e che ha un potenziale infinito. Sono impaziente di vedere dove ci cindurrà.".
Così come paradossalmente è iniziata, la storia finisce, senza un apparente motivo e to ritrovi con un po' di amaro in bocca.

Il volere degli autori era dare qualcosa in più agli appassionati della serie, raccontando vicende inedite per la serie TV e in questo senso tutti i flashback aiutano a inquadrare i protagonisti e il loro passato, anche plasmato da queste dure vicende che emergono nell'albo. I protagonisti da questo punto di vista sono ben caratterizzati, quasi copia/incollati dalla televisione, sia graficamente che caratterialmente, quindi per chi ha visto la serie sente davvero nella sua testa il tono delle voci e le intonazioni nelle varie battute.
Da questo punto di vista il volume merita, ma tornando alla domanda iniziale?



Devo essere sincero e sconsigliare questo volume a tutti coloro che non hanno visto la serie TV; se volete qualcosa sui vampiri vi consiglio altro, ma non il fumetto di True Blood che usa il mondo dei vampiri come contorno di vicende più intricate (per chi segue la serie sa di cosa parlo, ad esempio tutto quello che gira intorno al personaggio di Sookie e che nemmeno lontanamente è trattato nell'albo). Quindi pur proponendo un riassunto della storia, se non conoscete la serie lasciate stare.

Per chi invece, come me, è un appasionato anche in questo caso ho difficoltà a consigliarlo da una parte, perché la narrazione è poco fluida e spesso paradossale, anche se comunque per voler sapere qualcosa in più dei vari personaggi è molto interessante. Non c'è ,ci tengo a sottolinearlo, nulla nell'albo che aggiunga qualcosa di trascendentale nel corso della storia principale, quindi se non avete voglia di spendere 13,00 € evitate.
Io da buon appasionato di serie TV, fumetti e per il mio blog ho voluto fare questo acquisto, ma sinceramente non è stata una grande spesa.

A presto

giovedì 7 aprile 2011

The walking dead













                                             






Ciao a tutti,
oggi, come anticipato su Facebook, vi parlo di "The walking dead"; molti di voi lo conosceranno per la trasposizione televisiva, prodotta dalla AMC e trasmessa in Italia su sky (FOX) a fine 2010.
La serie tv è tratta dall'omonimo fumetto, pubblicato a partire dal 2003 negli Stati Uniti dalla Image Comics in due versioni: una mensile, alla quale siamo giunti al volume 83 e una antologica che contiene 6 volumi mensili (in uscita il volume 14 a luglio). In Italia è pubblicato da Salda Press, al prezzo di 12,50 euro (sono usciti fino ad adesso 8 volumi antologici dal 2005).
L'opera nel 2010 ha vinto l' Eisner Award, nella categoria "Miglior Seie Regolare", al San Diego Comic-Con International e L'Harvey Award nella categoria "Best Writer" (Per quanto riguarda Kirkman) e "Best Continuting or Limited Series".
L'edizione italiana vale sicuramente il prezzo: volume 17X26, 144 pagine in b/n, copertina a colori con bandelle e all'interno di ogni volume, all'inizio e alla fine, numerosi redazionali che arricchiscono la lettura del volume.
L'opera, creata da Robert Kirkman (Invincible, Marvel Zombie) e disegnata da Tony Moore (Punisher, The Exterminators) per i primi sei volumi (parliamo di albi mensili e non quelli antologici pubblicati in Italia) al quale è subentrato Charlie Adlard (X-Files) dal volume sette, anche se Moore ha continuato a disegnare le cover sino al ventiquattresimo volume. Ha partecipato anche Cliff Rathburn lavorando sulle scale di grigio.


Se avete visto la serie TV, dimenticatela, ma recuperate il fumetto che si trova su tutti i principali siti di libri online e nelle librerie.
Perché vi dico questo? Facendo un rapido paragone, la prima serie di "The walking dead" dura 6 episodi, coprendo appena un solo volume antologico del fumetto; l'ideatore della serie TV, Frank Darabont (Il miglio verde), ha pensato di dare una sua interpretazione alla storia e di fatto per molti versi fumetto e serie TV non coincidono; la trama è quella, ma lo sviluppo della storia è molto diverso. Si parla già di una seconda stagione di 13 episodi pronta per fine 2011. Il protagonista, Andrew Lincoln, ha affermato in un'intervista a IGN (VIDEO INTERVISTA) che questa nuova serie sarà fedele all'opera originaria. Non so se crederci, siccome bisogna interpretare il senso di "fedeltà", anche la prima è fedele, eppure c'è una libera interpretazione degli eventi. Forse le modifiche sono state apportate per rendere la serie più "televisiva", mentre nel fumetto c'è una componente psicologica che richiederebbe numerosissime puntate, a mio parere, e renderebbe il telefilm troppo discorsivo a discapito all'azione.


Il telefilm è stato si una buona cosa, ma non c'è paragone con il fumetto.
Kirkman è riuscito a creare un'opera per molti versi banale: un mondo dove gli zombie, senza motivo apparente, sono "nati" e si sono imposti a discapito della vita, intesa in temrini di società e di biologia.
L'autore, nella prefazione al primo volume, afferma "Intendo indagare i modi in cui le persone reagiscono di fronte alle situazioni estreme e come ne escono cambiate. E' questo il mio scopo alla lunga distanza.". Mai parole furono più azzeccate per descrivere questo fumetto.
Il protagonista della storia, il poliziotto Rick Grimes, si risveglia in ospedale dopo una sparatoria. Non sa quanto tempo è passato, ma è certo che qualcosa non va: la struttura è abbandonata, ridotta in pessime condizioni. Non c'è segno di vita, ma poco dopo trova qualcosa che non si può descrivere come "vivo": gli zombie. Le vicende di Rick partono da qui e presto si renderà conto che la vita di prima è solo un ricordo nella sua mente. Il suo unico obbiettivo è ritrovare sua moglie Lori e suo figlio Carl; decide così di recarsi ad Atlanta, dove pensa che il grosso della popolazione possa essersi rifugiata, ma li trova solo uno spettacolo surreale: una città popolata da soli zombie. Grazie all'aiuto di Glenn, un ragazzo coreano che risiedeva in un campo poco fuori città insieme ad altre persone, Rick si salva e va alla ricerca dei suoi cari.


Tutto quello che c'è dopo dovete leggerlo, perché è qualcosa che anche io faccio fatica a descrivere. Posso però cercare di trasmettervi quello che "The walking dead" è realmente, cioè non un fumetto che vuole fare dell'azione o degli zombie la sua arma principale, bensì un'opera che come poche studia il comportamento razionale e irrazionale delle persone.
La componente spettacolare è ovviamente presente, tra inseguimenti, attacchi inaspettati, morti dolorose e personaggi carismatici è impossibile annoiarsi. Prima Moore e poi Adlard riescono a creare un'atmosfera cruda, reale, dando il loro meglio nell'espressività dei personaggi, nelle loro azioni a volte giuste a volte assurde; personaggi che sono persone comuni, che dopo aver perso quasi tutto sono costrette a fare i conti con chi, a differenza loro, fa emergere il proprio vero carattere, magari nascosto nella vita precedente.
Kirkman dimostra come eventi straordinari possano cambiare le persone, in meglio ma anche in peggio.
Gli anni scorrono via tra le pagine dei volumi e il lettore si sente immedesimato, quasi protagonista, sentendo la fatica e il dolore sulla propria pelle. I protagonisti sopravvivono giorno dopo giorno, cercando di mantenere quel briciolo di umanità che molte altre persone, non zombie, sembrano aver perso.
Tuttavia non è così facile: il logoramento psicologico lo possiamo avvertire sui loro corpi feriti e mutilati, come se questi fossero una reale rappresentazione della loro vita che cade a pezzi giorno dopo giorno, una sorta di Dorian Gray senza quadro.
Quando ho letto l'ottavo volume ho riguardato quelli precedenti e come diceva kirkman ho davvero avuto la sensazione di non riconoscere il Rick di inizio storia, perchè ogni personaggio evolve a suo modo, cambiando nello spirito e nell'aspetto.


La ricerca di un luogo dove poter ricostruire una vita, una società, è più difficile del previsto ma nulla scoraggia il gruppo di Rick, costretto a scontrarsi con l'idea che forse non tutti i sopravvissuti, come loro, sono volenterosi a voler ricostruire una vita normale.
In mezzo a tanta sofferenza, la trama regala delle storie d'amore e di vita inimmaginabili per i protagonisti all'inizio della loro storia, ma proprio questo, per tornare al fatto del cambiamento, è l'elemento distintivo dell'opera: mai riuscirete a non essere sorpresi, perchè in un attimo, quando la storia sembra a un punto morto (non è una battuta), accade qualcosa di inaspettato mantendendo un ritmo incalzante e un'atmosfera che mai perde la sua surrealità e la tensione di essere consci di vivere, anzi di sopravvivere, in questo mondo.


"The walking dead", uno dei fumetti più straordinari di sempre.


A presto

domenica 3 aprile 2011

Kick-Ass






















Ciao a tutti,
oggi volevo parlarvi dell'ultimo film che ho visto al cinema:Kick ass.
Ho letto a suo tempo il fumetto, edito in Italia da panini comics al prezzo di 12 euro, che si conclude in due numeri. Giusto l'altro giorno ho visto in fumetteria l'edizione che raccoglie i due albi al prezzo di 24 euro, in un'edizione cartonata molto interessante.

Premessa:è ovvio fare dei paragoni quando un fumetto o un libro vengono trasposti in un film, quindi in questa recensione voglio cercare il più possibile di far emergere i punti di forza di entrambe le edizioni.

Creato da Mark Millar (Civil war, Wanted) e disegnato da John Romita Jr., firma storica del mondo Marvel, Kick ass racconta le vicende di Dave Lizewski, un ragazzo del liceo che stanco della vita monotona o forse voglioso di emergere in un mondo dove tutti sono uguali, e anzi se sei come lui, un NERD, non sei nemmeno considerato, decide di diventare un super eroe.
E' ovvio che di super non ha nulla, ma lo spirito dell'eroe non gli manca. Si procura una tuta su internet, e in breve tempo capisce che già il solo indossare sotto i vestiti l'abito da eroe lo faceva sentire diverso, speciale, convincendolo sempre più che quella strada lo avrebbe portato lontano.


Tuttavia il suo entusiasmo si scontra con la vita vera, dove un pugno ti può rompere uno zigomo e una macchina che ti investe può farti quasi morire.
Certamente queste vicende invece di scoraggiare il giovane Dave lo incoraggiarono ancora di più.
In breve tempo diventa una celebrità sul web, ma ancora una volta dovrà fare i conti con la realtà, e con nemici non alla sua portata o con amici che non pensava potessero esister,e se non sulle pagine di qualche fumetto.

Non voglio dirvi altro sulla trama, quindi concentriamoci sullo stile del fumetto e del film.
Il primo è molto maturo, con disegni straordinari dai quali emerge la forza e la violenza che Millar ha voluto trasmetterci; il sangue è abbondante e le scene crude vogliono esprimere la realtà, così come la vive Dave.
Il ritmo è incalzante e il fatto che il protagonista è un adolescente qualsiasi aiuta a immedesimarsi in lui, arrivando a chiedersi cosa noi avremmo fatto in questa o quella situazione.
Il sottotitolo del primo volume "SPACCA" è perfetto, è l'aggettivo giusto che fa capire quanto quest'opera trabocchi di forza e pulp quasi si stesse parlando un film di Tarantino.


Il film è strepitoso quanto il fumetto, ma c'è da dire che per dovere il regista, Matthew Vaughn (che è anche il regista del prossimo film degli x-men "X-men-L'inizio" in uscita il 3/6/11) e la sceneggiatrice Jane Goldman (I due hanno già lavorato in passato insieme per  il film "Stardust" e anche per il nuovo film degli X-men citato prima) hanno dovuto apportare delle modifiche, togliendo qualcosa da una parte ma riuscendo grazie ai prodigi del cinema a compensare certe mancanze.
Ad esempio alcune scene cruente sono state rimosse nel film, ovviamente un disegno per quando crudo non è paragonabile a un effetto speciale ben fatto, ma questo non vuol dire che la violenza sia calata su pellicola anzi il film in Italia è stato vietato ai minori di 14 anni. Il sangue c'è e le botte pure, oltre a un ritmo incalzante anche nei momenti più riflessivi, anche grazie alla straordinaria bravura dei protagonisti oltre che a numerose scene paradossalmente ironiche, come la giovane Hit-Girl che senza problemi ammazza tutti e dopo magari prende sonno come una bambina (che poi è una bambina).
Gli effetti speciali non sono molti, ma sono stati adottati numerosi colpi di genio artistici e il montaggio a cura di Jon Harris ha creato uno dei migliori action-movie degli ultimi anni.


Quando parlavo di tarantino poco fa è perché questo film sembra davvero una sua creatura: dalla colonna sonora con titoli quali "The banana split" dei The Dickies a "Per qualche dollaro in più" del leggendario Ennio Morricone per concludere, tra quelle che amo di più, con "bad reputation" di Joan Jett.
Parlando dei protagonisti, Millar sulle pagine della rivista Ciak definisce il film "[...]per fanboy fatto da fanboy".
Strepitose le interpretazioni di Nicolas cage (Big daddy) e Chloe Moretz (Hit-girl) che lo stesso Millar definisce "[...]i primi due personaggi che ho creato, i più estremi". Torno a parlare di Tarantino siccome su Twitter ha affermato che per "Kill-bill vol. 3" sarà proprio la giovane Moretz a sfidare la sposa Thurman, fatto questo da non sottovalutare, anzi da sottolineare, per dimostrare la grande bravura e stima che il mondo del cinema ha per questa giovane attrice di soli 14 anni.
Parlando di Big Daddy devo dire che Nicolas Cage non l'ho mai amato, ma in questo ruolo da "anti-batman" ha davvero reso in maniera eccellente, mettendoci ironia tanta azione e probabilmente sfottendo un po' il vero Batman di Nolan.


Per finire parliamo proprio del protagonista, Aaron Jonhson, che interpreta magistralmente il giocane dave rendendo il fumetto reale con un'interpretazione mai super, solo per i poteri, ma sicuramente da eroe qualunque proprio come Millar lo definisce "[...]il naif Luke Skiwlaker, con cui tutti possono identificarsi".

Il film che è costato 65 milioni di dollari ne ha incassati ben 225 in dvd, mentre al botteghino il film ha deluso con appena 48 miloni incassati negli Stati uniti.

Non so se sono stati questi numeri ma Millar fortunatamente ha già pubblicato Kick-Ass 2, che non vedo l'ora di leggere, per il quale è prevista la versione cinematografica nel 2012.


Concludo consigliandovi (se non si fosse capito) questo film e invitandovi anche a recuperare il fumetto di quella che è sicuramente una pietra miliare dei fumetti/film supereroistici, perchè non avranno poteri, ma spaccano molto ma molto di più.

Fonti:Ciak, Wikipedia



venerdì 1 aprile 2011

Happy! di Naoki Urasawa



Eccoci qui con la prima recensione.
Prima di tutto una piccola parentesi: ho aperto il blog da qualche giorno e ovviamente il mio computer ha deciso di rompersi e sono qui con quello di cortesia per così dire. Per la serie cominciamo bene insomma, ma torniamo ad altro.

Oggi voglio parlarvi di un manga straordinario che è Happy! di Naoki Urasawa (Monster, 20th Century Boys, pluto editi dalla stessa  planet mangaserializzato su Big Comic Spirits di shogakukan dal 1993 sino al 1999. L'edizione panini consta di 15 volumi (l'edizione è la perfect edition o kanzeban per dirla alla giapponese che quindi dovrebbe dare più importanza alla sostanza-numero di pagine- che alla qualità estetica per così dire) 14,5x21, 312 pp., b/n e pagine a colori al prezzo di 10,90 euro, che detto fra noi è leggermente esagerato ed anche per questo, forse, fa scoraggiare i lettori a provare quest'opera meravigliosa. Volevo far notare come le pagine a Colori con la "C" maiuscola io le ho viste solo nel primo volume anche perché dal 2 in poi ci hanno proposto diverse tonalità di rosso più che un vero e proprio colore.

Passando oltre ai dati tecnici ci tengo a dare un commento dei primi 4 volumi e dell'opera in se, poi vi parlerò del quarto volume uscito da poco e vi avvertirò degli spoiler se qualcuno ancora non lo ha letto.
La protagonista di questa storia è Miyuki Umino una studentessa dell'ultimo anno delle superiori che vive a Tokyo con i suoi fratelli più piccoli Kajiki, Sayori e Sango. Sono una famiglia povera e il loro fratello maggiore, Ieyasu, sentendosi responsabile per tutti loro decide di diventare ricco con un progetto, di modo tale da poter mantenere i suoi fratelli più piccoli, ma fa tutto il contrario e contrae un debito di 250 milioni di yen (circa 2 milioni di euro) con la yakuza e per non averla combinata abbastanza grossa pensa di sparire nel nulla. Ovviamente gli strozzini si fanno vivi a casa Umino, nelle fattezze di Junji Sakurada e del suo socio Momotaro, due tipi che per quanto si sforzino difficilmente appaiono come dei duri. Miyuki alla notizia del debito rimane senza parole e rifiuta la proposta dei due uomini di lavorare in un locale di incontri. La nostra protagonista mescola una grande umiltà e un forte orgoglio decidendo così di farsi carico di questo peso. Sarà lei a saldare il debito, aiutando il fratello e tutta la sua famiglia, facendo quello che per anni l'aveva resa felice e fiera di se stessa: giocare a tennis. Ovviamente in questo caso il piacere del gioco non conta, ma Miyuki sa che diventando una professionista potrebbe raggiungere quella cifra astronomica e così decide di mettere anima e corpo per raggiungere questo obbiettivo, tanto da abbandonare anche gli studi.
Per poter diventare una campionessa ha bisogno dei migliori maestri e così decide di andare al Tennis club Ohtori, dove dopo una serie di difficoltà riesce a convincere la signora Ohtori a farla allenare, o per meglio dire la ex campionessa del tennis giapponese capisce che Miyuki può esserle utile per una piccola faccenda  personale.

Questa grossomodo è la trama. C'è da dire molto sul climax dell'opera; prima di tutto in quest'opera Urasawa decide di portare il ruolo femminile al centro dell'attenzione, con donne tenaci, furbe, cattive in contrapposizione a uomini piccoli, deboli moralmente e illusi di avere la propria vita e quella degli altri in pugno. Il nostro Yakuza ne è un esempio lampante, tanto da non riuscire nemmeno a imporsi con nessuno se non con il suo socio che è più fesso di lui.
Passando a Miyuki, la sua generosità non va' però scambiata con buonismo o ingenuità perché, quando leggo le pagine del manga, mi rendo conto di come lei sia così concentrata sul suo obbiettivo da "ascoltare" solo in parte tutto quello che le succede intorno: per lei esistono solo i suoi fratelli e il debito. Ovviamente come persona ha difficoltà a nascondere i sentimenti per il figlio della signora Ohtori, ma stringendo i denti va' avanti tenacemente cercando di non farsi distrarre da nulla.



Per quello che ho letto di Urasawa pensavo fosse impossibile creare la tensione dei vari Pluto, Monster in un manga sportivo di vita reale, e invece mi sono dovuto ricredere.
Come nei migliori film di Hitchcock, l'autore riesce a creare una tensione straordinaria sfruttando le emozioni più che i personaggi stereotipati o le scene epiche.
In questo senso Choko è stata creata come un perfetto alter ego di Miyuki; pare quasi la fusione delle sorellastre di Cenerentola, ma intelligenti. E' impossibile non odiarla, ed è impossibile non odiare la protagonista che non si accorge di quanto ci sia lei dietro tutte le sue disavventure. E' così che si crea quel clima di tensione, sfruttando le emozioni che scaturiscono in noi leggendo delle vicnede reali e non impossibili.
Per alleggerire il tutto Urasawa inserisce numerose scene ironiche e in questo è anche aiutato dai fratellini di Miyuki e da questi uomini che come detto sono davvero delle frane e sono perfetti per momenti comici che in ogni genere di manga servono.
Insomma c'è tanto da dire, però ci tengo a sottolineare come questo manga non è solo una storia sportiva ma bensì una dimostrazione di grande maestria narrativa da parte dell'autore, che sceglie infatti dei disegni essenziali, dando l'impressione che tutto il suo impegno si sia indirizzato nella creazione della trama e dei personaggi, senza però farci mancare delle tavole di grande effetto.
Insomma se volete leggere qualcosa di davvero straordinario (ovviamente sino al 4 sperando che continui così) che vi farà immergere nella trama e immedesimare nei personaggi tanto da gridare di gioia e dolore per loro, questo è il vostro manga.


DA QUI vorrei parlare nello specifico del volume 4 quindi occhio agli spoiler se non avete letto il volume.
Grazie a un pizzico di fortuna Choko riesce a vincere la coppa Cinderella e a far passare Miyuki per una vera arpia del tennis. Tuttavia, quando pensa di aver ottunenuto la vittoria e aver annientato la sua avversaria, capisce che forse è un osso davvero duro e ciò le impone un trattamento ancora più "speciale": dal tentatativo di sfratto ai gossip sino alla semplice gelosia (che poi forse è l'unica cosa che Miyuki subisce visto il suo amore per il sempai Ohtori). Per ultimo riesce a sventare il gesto d'affetto di O-kiku, che voleva donare il premio della sua sofferta vittoria alla giovane Umino.
Sul fronte yakuza ci facciamo un'idea anche del gran boss "coccodrillo" che come immaginavo pure lui, come uomo, non è altro che un fesso che si fa respingere, e poi gli prende anche una crisi emotiva, ma sento che questo lo renderà ancora più tenace.
Passanando a quello che secondo me sarà uno dei personaggi principali nei prossimi volumi, parliamo di colui che abbiamo visto alla fine del terzo volume e di cui abbiamo fatto la conoscenza nel quarto: Thunder Ushiyama. E' un ex uomo di tennis cacciato per certe scommesse. Questo è il personaggio più da "manga" per ora: beone, ama le donne, sfacciato (non ricorda un personaggio di naruto?vedete i classici fanno storia) oserei quasi esagerato; tuttavia era un elemento necessario per far evolvere la trama. Miyuki non poteva resitere a tutte le pressioni create da Choko, e Thunder è la carta giusta per dare un pizzico di cattiveria al mondo che gira intorno alla nostra protagonista.
L'abbiamo nominata, quindi parliamo dell'erede di casa  Ryugasaki: questo volume è fortemente incentrato su di lei, anche se non in maniera troppo marcata da oscurare gli altri personaggi come accade in altri manga (vedete cito naruto e ritorna), ed è stata una mossa azzeccata, perchè era necessario capire meglio questo personaggio così cattivo e antisportivo da far venire voglia di prendere a pugni il volume. Sono davvero i due poli di una calamita lei e Miyuki e ad oggi non so dire sinceramente se il resto della storia sia basato su questa dualità, ma spero che se così fosse si possa trovare qualche stimolo nuovo perchè altrimenti la trama rischia una certa ripetitività.


mi pare di aver detto tutto quello che mi girava per la mente, anche se l'ora tarda mi rende difficoltoso (più del solito) pensare.
Prometto qualche novità tecnica ed estetica nelle prossime recensioni ma posterò per aggiornavi.


A presto e buona lettura