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mercoledì 18 aprile 2012

Satirik #8

Ciao a tutti,
questo nuovo episodio di Satirik è ovviamente dedicato all'ultima gaffe di casa Panini, di cui tutti hanno parlato e per cui molti hanno "pagato" le conseguenze, vedendosi bannati dalla fan page di Facebook.
E' parso che solo e soltanto per aver risposto di seguito a una certa discussione sia stato attivato il ban.
Detto questo, non mi pare che l'atteggiamento di Panini sia stato molto corretto, a prescindere che l'errore fosse stata una vera gaffe o una trovata pubblicitaria, perchè con la valanga di soldi e pazienza che i lettori hanno speso negli anni (accettando aumenti, volumi indegni, ritardi etc), mi pare poco grato nei nostri confronti, non tanto bannare per dell'ironia, continuare a non dare spiegazioni di alcun genere, ed in qualunque frangente, ai lettori.
Ovviamente "nessuno è obbligato a comprare" ma con questo ragionamento non si va da nessuna parte, perchè in ultima analisi i manga (e dunque i soldi e i posti di lavoro) ci sono perchè i lettori li comprano, quindi vicendevolmente ci si dovrebbe venire in contro.
E' normale, oltre che umano, incappare in alcuni errori, ma purtroppo invece di renderli degli eventi isolati, come capita in tutte le case editrici, i loro si continuano a sommare e ripetere, tanto da far pensare anche ai lettori più ingenui "Ma ci fanno o ci sono?".



a presto

lunedì 9 aprile 2012

Intervistiamo...Simona Stanzani


Ciao a tutti,
oggi andiamo ad inaugurare una nuova rubrica, dedicata alle interviste, che spero possa piacervi e darvi l'opportunità di conoscere e approfondire tanti aspetti del mondo dei manga.
Non voglio occupare troppo spazio in questo post, quindi andiamo subito al sodo.
Come da titolo abbiamo intervistato per voi Simona Stanzani, una delle più famose traduttrici di manga e anime, il cui nome comparirà nei credits di molti dei vostri albi.
Infine ringrazio davvero Simona per la sua simpatia e disponibilità nel concenderci quest'intervista. 

Per tanti approfondimenti su Simona Stanzani...

Pagina Facebook
https://www.facebook.com/simona.stanzani.official/info

Blog
http://ameblo.jp/simona-com/


1) Ciao Simona, prima di tutto ti chiediamo di presentarti e di raccontarci brevemente come sei diventata una traduttrice di manga.

Simona Stanzani, bolognese, appassionata di fumetti dalla nascita; a 14 anni sognavo di diventare fumettista e lavorare in Giappone [ma anche di leggere i manga che non erano ancora stati pubblicati in Italia] quindi ho iniziato a studiare giapponese all'Università di Bologna, poi per motivi indipendenti dalla mia volontà non sono riuscita ad andare a Tokyo quando volevo e ho iniziato invece a tradurre i manga degli altri, insieme ai Kappa Boys, ai tempi della nascita di Kappa Magazine. Ogni tanto disegno ancora, e diciamo che ho messo il sogno nel cassetto, non nel cestino XD Ho lavorato anche per Dynit come Product Manager [una specie di mix tra direttore di produzione e project manager] del settore video mentre abitavo a Bologna, ma adesso risiedo a Tokyo e lavoro come traduttrice, scrivo articoli, insegno traduzione manga [in inglese], ecc. da libera professionista.

2) Quanto tempo occorre, mediamente, a tradurre un albo?

Dai tre ai sei giorni a seconda della complessità; a volte, se scorre, possono anche diventare due. Mi ricorderò in eterno quel giorno memorabile in cui finii un volume intero di Air Gear in un colpo solo [non so quante ore di fila ho lavorato, probabilmente tante], ma è stata la classica eccezione che conferma la regola.

3) Con quale metodologia di lavoro affronti la traduzione?

Innanzitutto mi procuro due copie del volumetto [in Italia lo fornisce la casa editrice, qui faccio prima a prenderli io e farmi rimborsare] poi con un pennarello rosso numero tutte le scritte del manga in ordine, sia i dialoghi che le onomatopee, i cartelli, ecc. e infine scandisco il volume che poi invio in redazione, perché serve ai grafici e ai letteristi come riferimento. Ne tengo una copia per sicurezza, ma generalmente bastano le scansioni. Poi procedo con la traduzione creando un file di testo. Di solito come programma si usa Word. Uso dei file con i numeri delle pagine ecc. già numerati che ho preparato io. Come dizionario uso il Shogakkan elettronico con l'iFonz [cioè l'iPhone] e vari dizionari online, sia giapponesi, inglesi che italiani [wwwjdic, alc, weblio, garzanti, oxford, ecc].

4) Quali sono le principali difficoltà del tuo mestiere?

Spesso è difficile trovare un termine italiano che calzi a pennello [tradurre dal giapponese all'inglese è molto più semplice, qui a Tokyo mi capitano spesso lavori in inglese] e soprattutto è necessario ribaltare paragrafi interi dentro la testa perché la struttura sintattica è praticamente a rovescio, quindi se ci sono discorsi complessi è abbastanza impegnativo. Uno dei problemi maggiori del tradurre dal giapponese è che è una lingua talmente vaga che, pur traducendo correttamente una frase, si rischia di commettere errori di contesto; per esempio una frase detta soltanto in parte nel vol 3 viene completata nel vol 6 e salta fuori che il soggetto in realtà era plurale, il verbo al futuro invece che al presente, l'oggetto femminile, ecc. Praticamente in giapponese può essere tutto sottinteso, non c'è maschile e femminile e spesso nemmeno il plurale, e i verbi non hanno le persone, quindi si naviga in una specie di limbo. È un problema ricorrente per le serie in corso, perché non sai effettivamente cosa salterà fuori dalla penna dell'autore. Però, se si è parecchio in sintonia viene più facile intuire le sue intenzioni.

5) Quanto ritieni importante il lavoro della traduzione? Spesso è visto come un qualcosa di scontato, invece credo sia molto importante riuscire a capire profondamente il pensiero dell'autore, per poi riportarlo in un'altra lingua.

Essendo traduttore per me è questione di vita o di morte, quindi ovviamente ha la massima importanza XD A parte gli scherzi, il traduttore è il mezzo di comunicazione tra l'autore e il pubblico, quindi è naturalmente un fattore di cruciale importanza per la riuscita di un'opera [cioè della sua localizzazione]. Io sono un'otaku professionista, purista fino all'osso e amante sia della lingua giapponese che di quella italiana, quindi la mia priorità numero uno è mantenere fedeltà all'originale. Poi ovviamente ci sono situazioni in cui è necessario adattare certe espressioni per rendere il più possibile un effetto analogo a quello inteso dall'autore, ma nei confronti di un pubblico e una cultura diversi dalla lingua di origine. Può essere un lavoro molto creativo e stimolante, nonostante la missione sia riprodurre fedelmente le intenzioni di qualcun altro.

6) Quali sono, se esistono, le differenze nel tradurre un manga o un anime?

Negli anime è necessario adattare i dialoghi secondo il labiale [movimento delle labbra dei personaggi] quindi ci sono limitazioni espressive, e non c'è lo spazio per le note del traduttore o approfondimenti culturali, ecc. Dato che il dialoghista può sempre tagliare ma non può [e soprattutto non deve] inventarsi le cose, è anche bene cercare di assicurarsi che le frasi tradotte siano abbastanza lunghe, ma non troppo, per le scene. Quando ho tradotto la prima metà di Nana ho passato parecchio tempo a balbettare di fronte al monitor con le cuffie in testa XD

7) Anche in Giappone le case editrici sono vittime di critiche per le edizioni o i prezzi, così come avviene in Italia?

Direi di no, qui è tutto parecchio ottimizzato; l'industria è in piedi da parecchi decenni e gli standard sono quelli, poi c'è da dire che con i numeri che hanno qui in Giappone le spese di stampa sono molto più basse perché hanno delle tirature spaventose, quindi possono permettersi materiali di alta qualità a basso costo.

8) Dato l'avvento dei tablet ne mondo dell'editoria, cosa pensi dei manga digitali? Favorevole o contraria?

Come ho scritto in un articolo sugli e-book pubblicato su Magazine-ko (un web media giapponese che tratta appunto il futuro dell'e-book) il problema non è se si è favorevoli o contrari, è solo questione di tempo; prima o poi TUTTO sarà digitale. Tanto vale iniziare a prepararsi, anche solo psicologicamente. Per quanto riguarda me, non vedo l'ora di infilare quegli oltre 2600 volumi che ho in casa dentro un iPad così faccio un po' di spazio XDDDD anche se, ovviamente, se si tiene a un titolo è sempre un piacere avere la copia analogica; in fondo siamo collezionisti. Insomma, non vedo una prematura morte del manga analogico all'orizzonte, ma una bella convivenza tra il digitale e la carta sarebbe l'ideale.

9) Qual è la tua opinione sui lavori dilettantistici effettuati nelle scan?

Essendo un'attività illegale non mi sono mai posta il problema di valutarne la qualità.

10) Sempre a proposito di scan, qual è la tua opinione su di esse, sono una piaga da combattere o non sono un fenomeno preoccupante?

Come ho già scritto nell'intervista per OPgeneration, realizzare fansub e scanlation, nonché usufruirne, sono e rimangono ATTIVITA' ILLEGALI ed erodono i diritti degli stessi autori che amate, quindi - se volete farne uso comunque - non dimenticate che acquistare le edizioni ufficiali [manga, dvd, videogiochi, ecc.] delle opere è e rimane L'UNICO MODO per dimostrare il vostro apprezzamento all'autore. Se i fan smettono di acquistare, gli autori non possono continuare la loro attività professionale. E ovviamente anche tutti gli addetti ai lavori, traduttori, editor, stampatori, distributori fino all'ultimo anello della catena, il vostro giornalaio. Scusate il copincolla ma la risposta è sempre quella XD

11) Qual è stato il manga a cui sei rimasta più affezionata?

Direi Video Girl Ai. Ho pianto tanto a tradurlo che ci ho messo più tempo del necessario perché non riuscivo più a vedere gli ideogrammi (^^)``

12) Qual è il manga che ti sarebbe piaciuto tradurre?

Probabilmente Nabari, poi Hellsing. Anche Trigun Maximum, a cui sono parecchio affezionata perché, a parte aver tradotto la prima serie per Panini, ai tempi di Dynit ho anche curato l'edizione DVD e sono pure diventata amica dell'autore dopo averlo conosciuto a Lucca Comics & Games.

13) Quali autori ti piacerebbe tradurre in futuro?

Masasumi Kakizaki! Lo adoro. Poi vorrei ardentemente tradurre Mitsuru Adachi, di lui purtroppo feci soltanto Rough ai tempi che furono. Mi è anche dispiaciuto parecchio smettere di fare JoJo (per problemi burocratici indipendenti dalla mia volontà) perché mi trovo parecchio in sintonia con Araki-sensei. Pure con Tite Kubo; quando finirà Bleach spero di continuare a tradurre le sue opere seguenti. Tradurre Aizen è stata una delle esperienze più esaltanti della mia carriera.
«L'ammirazione è il sentimento più lontano dalla comprensione.» Ho ancora i brividi XD

14) Che rapporti hai con gli autori che traduci?

Generalmente li incontro alle feste di fine anno delle case editrici ma dato che soprattutto i grossi editori hanno un rigido iter burocratico da seguire per chiedere informazioni su come scrivere questo o quello, ecc. non è possibile avere un contatto diretto per quanto riguarda la traduzione, a meno che non si sia proprio in confidenza, ma sono tutti così impegnati che è difficile frequentare assiduamente persino i mangaka con cui si è in amicizia (^^)``

15) Puoi mandare un saluto alla community di filManga Blog?

Grazie per l'intervista e soprattutto per aver aspettato pazientemente per mesi! \(^o^)/ Otaku shall rule the world! 



a presto